History
Il Comune
CREVOLADOSSOLA è un Comune costituito da 5 principali frazioni (Caddo, Preglia, Crevola, Oira, Pontemaglio), e da oltre 200 nuclei antichi di eccezionale pregio architettonico. L’attuale comune, che dai confini di Domodossola si dirama verso l’imboccatura delle valli Antigorio e Di Vedro, è frutto della fusione dei Comuni di Caddo, Preglia e Crevola avvenuta con Regio Decreto nel 1928.
La sede Municipale è ubicata in CREVOLA, frazione Selva (a 336 m. s.l.m ) dove un tempo sorgeva il castello del nobile casato Da Silva.
Il territorio comunale è a cavallo delle Alpi Pennine (sul quale insistono le frazioni di Caddo e Preglia) e delle Alpi Lepontine (sul cui fronte sorgono Crevola, Oira e Pontemaglio) divise dalla forra post-glaciale del Sempione scavata dalla Diveria, che si supera transitando sullo storico ponte napoleonico (i cui lavori iniziarono nel 1801 e si dice che comportarono l’utilizzo delle pietre, già squadrate, provenienti dalla demolizione del campanile della chiesa di S. Francesco di Domodossola). Le due sponde hanno una morfologia diversa, la sponda terminale delle Alpi Pennine da secoli mostra instabilità e frane ricorrenti, mentre quella delle Alpi Lepontine è costituita da durissima e compatta roccia.
Tutte le frazioni, principali e secondarie, affondano le proprie origini nel lontano passato, conservano tratti di vecchie mulattiere e antiche abitazioni dai pesantissimi tetti in beola. La tradizione verbale vuole che il borgo di “Simbo” sia la matrice della genia crevolese; il caratteristico agglomerato offre ancora la visione di qualche affresco, un mulino, ciò che resta dell’antico forno comune e ruderi di abitazioni sulle cui facciate sono ancora presenti le feritoie da difesa.
CADDO (m. 314) a confine con Domodossola, la ritroviamo su antichi testi descritta come grosso villaggio denominato Villa Lunga, poi sepolto da un’enorme frana. Prende il nome dal monte sovrastante ed è lambita dal torrente Bogna che con l’inondazione del 1773 cagionò gravi danni distruggendo la chiesa parrocchiale dedicata a S. Stefano, risalente al 1394. In zona Ardignaga insiste un torrione di segnalazione risalente al sec. XV.
PREGLIA (m. 290) l’antica Predelia si estende fra Caddo e Crevola . DI etimologia incerta il suo nome deriverebbe da Proelium (battaglia) o praedelium; ospita la stazione ferroviaria e numerose nuove costruzioni; è divenuta la frazione maggiormente abitata. La chiesa parrocchiale dei SS. Stefano e Antonio Abate, a tre navate, risale al 1611; nel 1755 fu unita ad essa la parrocchia di Caddo.
OIRA (m. 383) fra Crevola e Pontemaglio si trova ad essere felicemente adagiata in una conca esposta a mezzogiorno con clima dolce anche d’inverno che le ha permesso di conquistarsi l’appellativo di giardino dell’Ossola, gode di una panoramica che si estende sino a Pieve Vergonte. E’ sede della parrocchia di S. Mattia, la cui chiesa a una navata, fu costruita nel 1637.
PONTEMAGLIO (m. 360) fra Oira ed i comuni di Crodo e Montecrestese, si adagia sulla destra della Toce salendo verso la valle Antigorio, alle spalle della “marmitta dei giganti”. L’attribuzione del nome si ritiene la si debba al ponte di origine romanica che collega le due sponde del fiume e alla presenza, in tempi remoti, di un maglio per la lavorazione del ferro. L’agglomerato antico conserva strutture architettoniche che riportano gli stemmi della famiglia feudale De Rodis presenti anche nel pregevole oratorio di S. Croce.
La sede Municipale è ubicata in CREVOLA, frazione Selva (a 336 m. s.l.m ) dove un tempo sorgeva il castello del nobile casato Da Silva.
Il territorio comunale è a cavallo delle Alpi Pennine (sul quale insistono le frazioni di Caddo e Preglia) e delle Alpi Lepontine (sul cui fronte sorgono Crevola, Oira e Pontemaglio) divise dalla forra post-glaciale del Sempione scavata dalla Diveria, che si supera transitando sullo storico ponte napoleonico (i cui lavori iniziarono nel 1801 e si dice che comportarono l’utilizzo delle pietre, già squadrate, provenienti dalla demolizione del campanile della chiesa di S. Francesco di Domodossola). Le due sponde hanno una morfologia diversa, la sponda terminale delle Alpi Pennine da secoli mostra instabilità e frane ricorrenti, mentre quella delle Alpi Lepontine è costituita da durissima e compatta roccia.
Tutte le frazioni, principali e secondarie, affondano le proprie origini nel lontano passato, conservano tratti di vecchie mulattiere e antiche abitazioni dai pesantissimi tetti in beola. La tradizione verbale vuole che il borgo di “Simbo” sia la matrice della genia crevolese; il caratteristico agglomerato offre ancora la visione di qualche affresco, un mulino, ciò che resta dell’antico forno comune e ruderi di abitazioni sulle cui facciate sono ancora presenti le feritoie da difesa.
CADDO (m. 314) a confine con Domodossola, la ritroviamo su antichi testi descritta come grosso villaggio denominato Villa Lunga, poi sepolto da un’enorme frana. Prende il nome dal monte sovrastante ed è lambita dal torrente Bogna che con l’inondazione del 1773 cagionò gravi danni distruggendo la chiesa parrocchiale dedicata a S. Stefano, risalente al 1394. In zona Ardignaga insiste un torrione di segnalazione risalente al sec. XV.
PREGLIA (m. 290) l’antica Predelia si estende fra Caddo e Crevola . DI etimologia incerta il suo nome deriverebbe da Proelium (battaglia) o praedelium; ospita la stazione ferroviaria e numerose nuove costruzioni; è divenuta la frazione maggiormente abitata. La chiesa parrocchiale dei SS. Stefano e Antonio Abate, a tre navate, risale al 1611; nel 1755 fu unita ad essa la parrocchia di Caddo.
OIRA (m. 383) fra Crevola e Pontemaglio si trova ad essere felicemente adagiata in una conca esposta a mezzogiorno con clima dolce anche d’inverno che le ha permesso di conquistarsi l’appellativo di giardino dell’Ossola, gode di una panoramica che si estende sino a Pieve Vergonte. E’ sede della parrocchia di S. Mattia, la cui chiesa a una navata, fu costruita nel 1637.
PONTEMAGLIO (m. 360) fra Oira ed i comuni di Crodo e Montecrestese, si adagia sulla destra della Toce salendo verso la valle Antigorio, alle spalle della “marmitta dei giganti”. L’attribuzione del nome si ritiene la si debba al ponte di origine romanica che collega le due sponde del fiume e alla presenza, in tempi remoti, di un maglio per la lavorazione del ferro. L’agglomerato antico conserva strutture architettoniche che riportano gli stemmi della famiglia feudale De Rodis presenti anche nel pregevole oratorio di S. Croce.
Cenni Storici
CREVOLA (m.337) capoluogo del Comune. Per la sua ubicazione geografica, che la vede arroccata sullo sperone della Colmine, nella storia ha sempre avuto un posto di privilegio erigendosi allo snodo dell’imboccatura della Val Divedro (dove corre la strada del Sempione) e della Val Antigorio, controllando e dominando il passaggio delle uniche vie d’accesso.
Fu culla del ramo principale della nobile famiglia dei Silva (Gio Antonio de Rido della Silva, padre di Paolo I, anche se pretendeva discendere dalla illustre stirpe dei Signori di Clermont del Delfinato, apparteneva a una vecchia famiglia ossolana stabilitasi a Crevola almeno dalla metà del XIII sec.)
In frazione Selva sorgeva il castello di famiglia dove Paolo I della Silva, condottiero di Francesco I Re di Francia, eresse a propria residenza (citata in antichi testi per i contenuti artistici e affreschi attribuiti a Fermo Stella da Caravaggio) che alla sua morte subì barbare devastazioni, non avendo egli lasciato discendenza diretta. Dell’importante castello rimangono poche tracce originali salvo il portale gotico in marmo bianco e nero, un pozzo, qualche affresco tracce di un luogo di culto (visibili all’interno di un locale adibito a cantina)e stemmi di famiglia del resto molte parti dello stesso col tempo sono state adattate ad abitazioni civili, lo stesso municipio insiste in quella che una volta era la torre del castello.
Monumento d’arte è la chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo (matrice delle chiese della Val Divedro) che sorge isolata su uno sperone roccioso. La struttura a tre navate fu rifatta nel XVI sec. su una struttura preesistente consacrata nel 1331, per committenza della famiglia della Silva. I lavori di restauro dell’abside (conclusisi nel 2006) hanno permesso di attribuire con certezza che gli affreschi dell’abside sono da attribuirsi a Sperindio Cagnoli mentre per quelli della navata laterale destra rimane ancora un’ipotetica attribuzione al Bugnate e Fermo Stella da Caravaggio. Preziosissime le vetrate istoriate di scuola nordica con i ritratti del condottiero Paolo I della Silva e della consorte Andreina (sorella dei capitani Gaspare e Baldassare )da Baceno. La facciata realizzata con marmo di Crevola porta un elegante rosone, varie fasce e bassorilievi rinascimentali. L’attico secentesco reca scolpiti gli stemmi Silva – De Rodis- De Baceno e affianca il romanico campanile ad archetti pensili e a trifore ripetute.
Meritano la segnalazione tre ritrovamenti: l’altare preistorico detto “Sasso della Colombera” (in frazione Pinone), trattasi di un masso erratico coppellato; un’incisione antropomorfa su un blocchetto di laugera collocato al piede del campanile della chiesa parrocchiale di Crevola e l’iscrizione TINCO MOCCO incisa nella roccia presso il luogo dove sorgeva il ponte dell’Orco, sulla sponda destra del Diveria, salendo verso il Sempione, della quale già ne parlò P. Morigia nel 1600 e che il contemporaneo storico Don T. Bertamini ritiene di interpretare facente parte di un altare consacrato a una divinità celtica protettrice dei viaggi e dei commerci, a cui i viandanti si raccomandavano prima di affrontare l’arduo valico del Sempione. Creula o Crebula era detta al tempo dei romani periodo del quale residua ancora visibile un tratto di strada sull’orlo della forra del Diveria.
Considerato uno dei più caratteristici e storici paesi dell’Ossola Superiore, lega il suo nome alla battaglia avvenuta il 28 aprile del 1487 (al ponte dell’antica strada) tra le truppe del Duca di Milano contro i Vallesani guidati da Albino da Cyllenen, che procurò l’epica e tremenda disfatta di questi ultimi. A memoria di ciò, sul campo di battaglia sorse l’oratorio di S. Vitale, nei pressi della casa forte dell’antica e nobile famiglia Da Ponte. Quest’ultimo edificio costituisce unico esempio di scala medio-grande di architettura Trecentesca Ossolana realizzata su progetto unitario. Durante la battaglia del 1487 il palazzo venne danneggiato e il Bramante fu mandato da Milano a redigere una perizia sullo stato di fatto.
Fu culla del ramo principale della nobile famiglia dei Silva (Gio Antonio de Rido della Silva, padre di Paolo I, anche se pretendeva discendere dalla illustre stirpe dei Signori di Clermont del Delfinato, apparteneva a una vecchia famiglia ossolana stabilitasi a Crevola almeno dalla metà del XIII sec.)
In frazione Selva sorgeva il castello di famiglia dove Paolo I della Silva, condottiero di Francesco I Re di Francia, eresse a propria residenza (citata in antichi testi per i contenuti artistici e affreschi attribuiti a Fermo Stella da Caravaggio) che alla sua morte subì barbare devastazioni, non avendo egli lasciato discendenza diretta. Dell’importante castello rimangono poche tracce originali salvo il portale gotico in marmo bianco e nero, un pozzo, qualche affresco tracce di un luogo di culto (visibili all’interno di un locale adibito a cantina)e stemmi di famiglia del resto molte parti dello stesso col tempo sono state adattate ad abitazioni civili, lo stesso municipio insiste in quella che una volta era la torre del castello.
Monumento d’arte è la chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo (matrice delle chiese della Val Divedro) che sorge isolata su uno sperone roccioso. La struttura a tre navate fu rifatta nel XVI sec. su una struttura preesistente consacrata nel 1331, per committenza della famiglia della Silva. I lavori di restauro dell’abside (conclusisi nel 2006) hanno permesso di attribuire con certezza che gli affreschi dell’abside sono da attribuirsi a Sperindio Cagnoli mentre per quelli della navata laterale destra rimane ancora un’ipotetica attribuzione al Bugnate e Fermo Stella da Caravaggio. Preziosissime le vetrate istoriate di scuola nordica con i ritratti del condottiero Paolo I della Silva e della consorte Andreina (sorella dei capitani Gaspare e Baldassare )da Baceno. La facciata realizzata con marmo di Crevola porta un elegante rosone, varie fasce e bassorilievi rinascimentali. L’attico secentesco reca scolpiti gli stemmi Silva – De Rodis- De Baceno e affianca il romanico campanile ad archetti pensili e a trifore ripetute.
Meritano la segnalazione tre ritrovamenti: l’altare preistorico detto “Sasso della Colombera” (in frazione Pinone), trattasi di un masso erratico coppellato; un’incisione antropomorfa su un blocchetto di laugera collocato al piede del campanile della chiesa parrocchiale di Crevola e l’iscrizione TINCO MOCCO incisa nella roccia presso il luogo dove sorgeva il ponte dell’Orco, sulla sponda destra del Diveria, salendo verso il Sempione, della quale già ne parlò P. Morigia nel 1600 e che il contemporaneo storico Don T. Bertamini ritiene di interpretare facente parte di un altare consacrato a una divinità celtica protettrice dei viaggi e dei commerci, a cui i viandanti si raccomandavano prima di affrontare l’arduo valico del Sempione. Creula o Crebula era detta al tempo dei romani periodo del quale residua ancora visibile un tratto di strada sull’orlo della forra del Diveria.
Considerato uno dei più caratteristici e storici paesi dell’Ossola Superiore, lega il suo nome alla battaglia avvenuta il 28 aprile del 1487 (al ponte dell’antica strada) tra le truppe del Duca di Milano contro i Vallesani guidati da Albino da Cyllenen, che procurò l’epica e tremenda disfatta di questi ultimi. A memoria di ciò, sul campo di battaglia sorse l’oratorio di S. Vitale, nei pressi della casa forte dell’antica e nobile famiglia Da Ponte. Quest’ultimo edificio costituisce unico esempio di scala medio-grande di architettura Trecentesca Ossolana realizzata su progetto unitario. Durante la battaglia del 1487 il palazzo venne danneggiato e il Bramante fu mandato da Milano a redigere una perizia sullo stato di fatto.